Consiglio Comunale 15 giugno 2015: “Al peggio non c’è mai fine”
Era difficile immaginare che il consiglio comunale del 15 giugno avrebbe offerto uno spettacolo ancora più umiliante per il ruolo del consiglio Comunale di quello andato in onda lo scorso 29 maggio: la maggioranza, invece, ha superato se stessa.
Già durante la discussione del primo punto all’ordine del giorno si è potuto assistere al fenomeno della “dilatazione” del tempo: una sospensione di cinque minuti della seduta consiliare, richiesta dalla maggioranza e votata all’unanimità, si era protratta per oltre venti minuti, con i lavori fermi, la minoranza in aula, i cittadini in attesa e la maggioranza in concertazione altrove. La discussione del secondo punto all’ordine del giorno aveva seguito lo stesso copione e la sospensione di cinque minuti chiesta dalla maggioranza e votata all’unanimità, ne era durata oltre quaranta. Quaranta minuti utilizzati da alcuni consiglieri della maggioranza per redigere un emendamento che prendeva spunto da quello presentato da La Città al Governo (sottoscritto dai consiglieri di minoranza presenti in aula) per permettere che alcune facilitazioni di pagamento fossero disponibili per un periodo più lungo.
In nessun consesso civile è possibile che CINQUE MINUTI durino indifferentemente CINQUE MINUTI o QUARANTA MINUTI in base all’identità del richiedente. La Città al Governo ritiene che il disprezzo per le regole base della vita democratica – considerate da questa amministrazione con fastidio e vissute come un impedimento da superare – siano un fatto gravissimo. Le regole valgono per gli ALTRI (valga per tutte la richiesta di applicare il regolamento alla lettera quando devono parlare le minoranze) ma NON per la MAGGIORANZA, che non se ne cura e si comporta come meglio crede infischiandosene.
I CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA ESCONO E ENTRANO DALL’AULA SENZA MOSTRARE ALCUN RISPETTO PER I LAVORI DEL CONSIGLIO, PER I CITTADINI CHE ASSISTONO E PER I CONSIGLIERI DI MINORANZA: molti arrivano abitualmente in ritardo sull’orario di convocazione, qualcuno utilizza i banchi del consiglio per portarsi avanti col proprio lavoro mentre in aula si discute; anche il Sindaco ha telefonate e conversazioni “importanti” da fare e quanto avviene in aula passa in secondo piano.
Se si pensa DI AVERE IL DIRITTO DI COMPORTARSI IN MODO COSI’ IRRISPETTOSO VUOL DIRE CHE IL PROBLEMA E’ SERIO: non è chiaro né il ruolo che un consigliere comunale svolge né il rispetto che meritano le istituzioni. Per questo ieri il Presidente si è visto a un certo punto costretto a richiamare i consiglieri di maggioranza in aula per la votazione (c’è stato il concreto “rischio” che al momento della votazione i consiglieri di minoranza fossero la maggioranza dei consiglieri presenti): Sindaco e consiglieri sono rientrati frettolosamente e qualcuno era anche piuttosto seccato per il richiamo al rispetto delle regole (tardivo, a nostro giudizio) del Presidente.
Terminata infine la votazione sul secondo punto, approvato all’unanimità e con la maggioranza che riconosceva il contributo positivo della minoranza al miglioramento della proposta di delibera finale, il PRESIDENTE SPALLETTA ha chiesto in modo concitato di spegnere le telecamere e di far uscire tutti i presenti dall’aula consiliare, chiedendo che rimanessero solo i membri del consiglio.In tutti i consigli comunali la maggioranza non perde occasione di dimostrare lo spregio per il ruolo della minoranza e del consiglio comunale tutto. Nei fatti nella seduta di ieri, il Presidente del consiglio non ha applicato il regolamento, lo stesso regolamento alla cui lettera invece si pretende che la minoranza si attenga, togliendole il diritto di parola (vedi la seduta del 29 maggio): ha sospeso la seduta illegittimamente, ai cittadini è stato improvvisamente chiesto di uscire dall’aula senza che fosse chiaro cosa stava succedendo e con un atto di imperio sono state spente le telecamere delle riprese audiovideo.
A porte chiuse, i componenti la maggioranza hanno discusso tra loro animatamente con toni irriguardosi e irrispettosi, lanciandosi accuse reciproche. Rita Consoli, in qualità di capogruppo, ha informato l’assemblea che i consiglieri de La Città al Governo si rifiutavano di legittimare quanto stava avvenendo e che sarebbero usciti dall’aula. M5S e il PD hanno seguito l’esempio de La Città al Governo.
La seduta è ripresa quando la maggioranza ha finito di litigare, cioè dopo circa quindici minuti.
Per la Città al Governo è diventato difficile pensare di essere ancora in una seduta di consiglio comunale: sembrava piuttosto una riunione di condominio litigiosa e mal riuscita, con un tasso di conflittualità, tra l’altro, non motivato da quanto accaduto in precedenza in aula. Riteniamo che nessun confronto sia possibile e nessuna decisione possa essere presa quando si manifesta in modo così evidente il disprezzo per le più elementari regole di civiltà politica.
Perciò i nostri consiglieri Rita Consoli e Roberto Maoli, alla ripresa dei lavori, hanno espresso il proprio dissenso nei confronti di quanto accaduto in aula e hanno deciso di abbandonare il consiglio comunale. Anche in questo caso il nostro esempio è stato seguito dalle altre forze di minoranza e la maggioranza è rimasta da sola in aula per approvare, immaginiamo, gli altri punti oggetto di discussione, in un consiglio forse irregolare e sicuramente svuotato di significato.
Dopo l’ennesima vicenda che sconcerta i cittadini questa maggioranza dovrebbe DIMETTERSI perché ha dimostrato l’ASSOLUTA INCAPACITA’ DI RISPETTARE I RUOLI ISTITUZIONALI I CITTADINI STESSI E LE REGOLE BASILARI DELLA DEMOCRAZIA.
La Città al Governo.