Consiglio Comunale del 26 febbraio 2016-La prepotenza della Maggioranza calpesta i diritti dell’opposizione
Nella scorsa conferenza dei capigruppo, di fronte all’ennesima notizia di un consiglio con inizio all’ora di cena e con un ordine del giorno molto nutrito, La Città al Governo e le altre forze di opposizione hanno chiesto di anticipare l’orario della seduta, anche per permettere ai cittadini di assistervi: qualcuno della maggioranza ha risposto che alcuni consiglieri della maggioranza hanno problemi e non possono partecipare al Consiglio in orari diversi. Fare i consiglieri non è obbligatorio: se gli impegni personali non consentono di partecipare si può decidere di non farsi eleggere. I problemi soggettivi di qualche consigliere non possono essere un impedimento ai lavori consiliari, o meglio, se si considerano i problemi personali di qualcuno e questa diventa la regola, allora si deve tenere conto dei problemi di tutti, anche di quelli dei consiglieri di minoranza.
Di fronte a queste semplici osservazioni, il Presidente del Consiglio fa spallucce, ma fa ben peggio. Quando la capogruppo Rita Consoli chiosa “allora diciamo che questo orario è un’imposizione della maggioranza” il Presidente Marco Bosso afferma che sì, è proprio vero, è così. “Infatti, è un’imposizione della maggioranza.” sono state le sue testuali parole di conferma. Ovvio.
Ora, caro Presidente del Consiglio Marco Bosso, Lei non è alla sua prima esperienza da consigliere e non è uno sprovveduto: se ne deduce che è perfettamente consapevole di quello che sta facendo.
Riportiamo alcuni passi dal Regolamento del consiglio comunale:, ”il Presidente rappresenta l’intero Consiglio Comunale, ne tutela la dignità del ruolo ed assicura l’esercizio delle funzioni allo stesso attribuite”; “provvede al proficuo funzionamento dell’assemblea consiliare, (…) e dispone che il lavori si svolgano nel rispetto del presente Regolamento”. “Concede la facoltà di parlare e stabilisce i termini della discussione, (…); esercita i poteri necessari, (…), per mantenere l’ordine e per assicurare l’osservanza della legge, dello statuto e del regolamento”; “il Presidente si ispira a criteri di imparzialità, intervenendo a difesa delle prerogative del Consiglio e dei singoli consiglieri”; “il Presidente del Consiglio Comunale, (…), programma periodicamente il calendario dell’attività consiliare e stabilisce l’ordine del giorno dei lavori, d’intesa con la conferenza dei capigruppo e sentito il Sindaco”.
Statuto e Regolamento sono strumenti che garantiscono l’esercizio della democrazia, indipendentemente dal fatto che si sia maggioranza o minoranza: anzi, questi ruoli spesso si scambiano col passare del tempo. E’ per questo motivo che le modifiche alla carta “costituzionale” del comune andrebbero concordate e scritte insieme, non fatte calare dall’alto in nome dello scellerato “patto di governo” che, tra tanti scricchiolii, sembra tenere in piedi questa maggioranza, improvvisata, pasticciona e tutto sommato più preoccupata di se stessa che del paese.
La Città al Governo continuerà a segnalare atti e comportamenti lesivi della dignità istituzionale dell’opposizione: questa maggioranza è nemica del confronto democratico e rispettoso. I fatti contano più delle parole e il consiglio comunale di venerdì, purtroppo, non fa che confermare quello che diciamo.
La maggioranza arriva in consiglio poco preparata, con una proposta di modifica al regolamento TARI che non riporta le modifiche fatte in commissione, e sospende il consiglio per chiedere in quel momento a tecnici e revisori di produrre il parere necessario a procedere con le approvazioni; tra le sue fila, qualche consigliere si esprime con affermazioni discutibili e offensive nei confronti dei consiglieri di opposizione e dei pochi cittadini che assistono, invitando i primi, che hanno osato esprimere dubbi circa l’orario scelto per tenere l’assemblea, a dedicarsi ad altro, per esempio al volontariato, e definendo i secondi “claque”. Dire – e pensare – che le persone presenti in aula non siano lì per interesse ma solo per partecipare al “teatro” e applaudire i propri “beniamini” mostra in modo evidente quale sia la considerazione di questa maggioranza per la partecipazione e per il confronto democratico. Tutti lo vogliono, a parole, ma i fatti dicono ben altro.
Infine, coerentemente con quanto fin qui raccontato, la maggioranza decide di presentare modifiche non concordate agli strumenti di governo senza che le opposizioni siano state consultate e si sia ragionato insieme.
La Città al Governo, per tutti questi motivi, ha ritenuto opportuno abbandonare l’aula, come avevano già fatto PD e M5S.
La maggioranza, in un momento del dibattito, ha sostenuto di non aver intenzione di continuare a convocare i consigli a quest’ora; vedremo. Chissà, un altro orario forse sarebbe più comodo anche per gli Assessori che non erano presenti.
La Città al Governo