Entriamo nel merito delle interrogazioni e delle proposte presentate da La Città al Governo nel recente consiglio comunale dello scorso 4 marzo. Dedicheremo una nota a parte per la coda del 9 marzo.
Per ciascuna sintetizziamo contenuti, risposta della maggioranza e qualche commento.
Tratteremo con articolo a parte la proposta de La Città al Governo per il Piano di Zona e non parleremo di “M’illumino di Meno” e dei suoi contenuti “altri” rispetto alla semplice adesione ad un’iniziativa già conclusa al momento della discussione in consiglio: ribadiamo soltanto che quest’ultima proposta de La Città al Governo, insieme alla proposta di adesione all’associazione “Avviso Pubblico”, di cui abbiamo già trattato, hanno visto l’adesione delle altre forze di minoranza, ma sono state respinte dalla maggioranza.
PUA: La Città al Governo ha chiesto al Sindaco di conoscere il motivo per il quale l’amministrazione non abbia ancora dato seguito alla sentenza del TAR, procedendo con le demolizioni e i controlli relativi alla produzione prevista in convenzione, nonché all’escussione della fidejussione a tutela degli interessi del Comune. La maggioranza ha risposto che preferisce attendere l’esito degli ulteriori pronunciamenti giudiziari, per cui ritiene non valga la pena di intraprendere alcun azione, neanche quella minimale di inviare un agronomo per verificare la produzione agricola prevista in convenzione, perché i controlli costano (sic!). L’unica cosa che il Sindaco ha dichiarato di voler fare, senza prendere però impegni definiti e certi, è chiedere alla Tenuta Fonteia di rinnovare la fidejussione con un primaria compagnia di Assicurazione, perché quella emessa a suo tempo è risultata inesigibile. Insomma: gli atti non possono essere consegnati ai consiglieri che ne fanno richiesta per via della riservatezza connessa al procedimento in atto; azioni non se ne possono fare, neanche quelle permesse dalla sentenza del TAR, perché aspettiamo il pronunciamento del Consiglio di Stato del prossimo 21 aprile. In sintesi, sembra che non sia stata intrapresa alcuna azione concreta per escutere la somma di circa 408.000 euro.
PRO LOCO: La Città al Governo ha interrogato l’assemblea in merito alla Pro Loco di Grottaferrata. Anche se le PRO LOCO sono associazioni private, la legge le considera come naturali interlocutrici degli Enti Locali in materia di promozione e sviluppo del territorio, in quanto esse svolgono attività afferenti diversi ambiti di interesse territoriale e interventi in ambito turistico, enogastronomico artigianale, sociale, culturale e sportivo. Inoltre, secondo la legge regionale, il parere di un Comune (compreso il silenzio/assenso) è una delle condizioni per l’iscrizione di una Pro Loco all’Albo Provinciale
Stanti le segnalazioni di presunte gravi irregolarità di gestione portate nello scorso mese di agosto all’attenzione dell’Amministrazione da alcuni soci della stessa Pro Loco di Grottaferrata, la Città al Governo ha chiesto se l’amministrazione intendesse fare chiarezza e garantire trasparenza a tutti i soci e ai cittadini, tutelando in questo modo anche il Comune, che ha nel frattempo concesso il patrocinio ad alcune iniziative dell’associazione, nonché contributi in denaro, e ospita la stessa in locali pubblici. La maggioranza ha risposto che non ha intenzione di entrare nel merito di quanto avviene all’interno di un’associazione privata: La Città al Governo ritiene invece doveroso che l’amministrazione si esprima su quanto accaduto e accade nella nostra Pro Loco, considerato che il campo di azione naturale di simili associazioni è relativo a temi di interesse pubblico che l’amministrazione ha il dovere e la responsabilità di tutelare. Sarebbe necessario verificare che ogni attività di questa associazione sia svolta nel rispetto dello spirito e degli scopi che dovrebbero ispirarla. L’interrogazione sulla Pro Loco non ha avuto alcun riscontro: è stata semplicemente sottovalutata e ignorata come non pertinente ai compiti dell’Amministrazione.
RIFIUTI: La Città al Governo ha chiesto di conoscere il livello di raccolta differenziata raggiunto dopo il primo anno di gestione Tekneko e di motivare la mancanza di disponibilità, a tutt’oggi, della Carta dei Servizi, che doveva essere fornita entro 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto (16 aprile 2014). Inoltre, si chiedevano dettagli sul servizio di smaltimento dell’umido e sull’integrazione economica al contratto di smaltimento dell’indifferenziato. Il Sindaco e l’Assessore preposto hanno risposto che, a fronte di un obiettivo contrattuale pari al 73,12% di percentuale di differenziata il risultato raggiunto è stato del 50%, giustificando questo pessimo esito e l’indisponibilità della Carta dei Servizi con l’incertezza di una stabilità giuridica legata al ricorso al TAR della ditta terza classificata nonché all’assenza di un’isola ecologica. Entrambe le motivazioni ci sembrano inaccettabili; l’assessore dovrebbe ben sapere che il contratto firmato conteneva già nelle premesse l’esistenza di un ricorso al TAR e che il bando di gara prevedeva che l’offerta comprendesse soluzioni per ovviare all’assenza di un centro di raccolta a Grottaferrata. Come possono queste due evidenze, note all’epoca e richiamate nel contratto, giustificare le mancanze del gestore e l’assenza di controllo e di reazione dell’amministrazione? Per quanto riguarda la richiesta di spiegazioni circa l’incremento della cifra stanziata per l’indifferenziato, l’amministrazione ha risposto semplicemente che a fine anno le presunzioni di spesa iniziali subiscono necessari e normali assestamenti. In questo modo, il costo totale dello smaltimento dell’indifferenziato per il 2014 è risultato pari a 517.000 euro, superiore a quanto accantonato nel bilancio di previsione 2014 e molto superiore a quanto si potrebbe spendere con una buona differenziata. La morale è che una cattiva gestione dei rifiuti e un atteggiamento poco attento da parte dell’amministrazione fa aumentare i costi: se non si ritiene di dover prendere provvedimenti nei confronti delle mancanze rispetto a quanto previsto nel contratto, saranno i cittadini a farsi carico dell’incremento dei costi nella prossima TARI.
La Città al Governo
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