Il consigliere Tocci e la maggioranza hanno bisogno di ripetizioni di democrazia
LE INTERROGAZIONI: La prassi consolidata delle sedute del consiglio comunale, ampiamente utilizzata dal Sindaco Fontana nei suoi mandati di consigliere comunale, prevede che le interrogazioni siano lette dal consigliere proponente, che la parola sia ceduta all’Assessore competente o al Sindaco per la risposta e che il consigliere proponente, al termine della risposta, dichiari il suo grado di soddisfazione sulla spiegazione ricevuta, indicandone sinteticamente i motivi. Negli ultimi mesi è accaduto frequentemente che il Sindaco facesse in modo di avere sempre l’ultima parola, concedendosi anche battutine o interventi poco “istituzionali”: è accaduto anche ieri quando, a proposito dell’interrogazione sugli impianti sportivi, il Sindaco non ha potuto fare a meno di aggiungere i suoi personali commenti a valle dell’intervento dell’assessore delegato a rispondere, togliendo il microfono al Presidente. Con questa interrogazione ci premeva soprattutto avere notizie circa il futuro affidamento degli impianti sportivi comunali (i contratti attuali scadranno a fine luglio e, nonostante la delibera 80 di novembre, il bando di gara non è stato predisposto). Purtroppo ci troviamo di nuovo nelle condizioni di incertezza per chi gestisce e chi frequenta gli impianti, perché la risposta dell’amministrazione non è stata esaustiva e non sono state individuate soluzioni certe.
Delle sette interrogazioni in calendario, le prime sono state gestite secondo prassi. Ad un certo punto, il consigliere Tocci ha chiesto la parola e ha richiamato l’aula ad una stretta osservanza del regolamento, che concede al consigliere proponente la possibilità di illustrare il senso dell’interrogazione per un tempo limitato ma esclude la possibilità di motivare, a valle della risposta fornita in merito dall’amministrazione, il proprio grado di soddisfazione. Nessun dibattito sarà più possibile in aula dopo che la maggioranza ha approvato all’unanimità la richiesta del summenzionato consigliere.
Il Presidente ha fatto rilevare alla minoranza che esistono altri strumenti per dialogare (mozioni, delibere, interpellanze): le interrogazioni in questo modo sono uno strumento di dialogo con la maggioranza svuotato di valore e di significato.
Il paradosso è che, all’interno della stessa seduta, quattro interrogazioni sono state gestite secondo prassi e le altre secondo il volere espresso dalla maggioranza, con buona pace della democrazia. Complimenti!
PUNTI 4 e 5 all’ordine del giorno, inseriti in O.d.g. su richiesta delle minoranze. Argomenti: MULTISERVIZI (delibera di Giunta n. 49) e Centrale Unica di Committenza e appalti dei lavori, servizi e forniture. Prima dell’inizio della discussione, la consigliera Palozzi prendeva la parola a nome della maggioranza, ponendo la pregiudiziale sui punti in discussione: a causa di una certa “fumosità” nella presentazione della richiesta (a suo dire), i sette consiglieri della maggioranza presenti in aula impedivano di fatto lo svolgimento del dibattito, non permettendo alla minoranza di esprimersi. E’ come se un bavaglio fosse stato preventivamente posto sulle bocche dei consiglieri. Il regolamento prevede in questi casi (in realtà è difficile richiamare alla memoria situazioni analoghe) che un rappresentante della minoranza proponente gli argomenti perorasse la propria causa parlando per cinque minuti. Rita Consoli per La Città al Governo ha chiesto una breve sospensione per potersi confrontare con gli altri consiglieri di minoranza e decidere chi dovesse prendere la parola. Il Consigliere Tocci, che non finisce mai di dimostrare la sua passione per l’autoritarismo ed il poco rispetto per chi la pensa diversamente da lui, ha bruscamente risposto, a nome della maggioranza, che non se ne parlava neanche. Cinque minuti per decidere? Stiamo scherzando? Il Sindaco Fontana, più aduso a sedere in Consiglio Comunale, deve essersi reso conto che la posizione di Tocci era indifendibile e si sarebbe configurata come un sopruso gratuito; ha quindi preso la parola, suggerendo che la richiesta potesse essere accolta purché la minoranza stesse nei cinque minuti. A questo punto, gli altri capogruppo della maggioranza (Bossi e Pizzicannella), hanno votato secondo le indicazioni del Sindaco e la richiesta di sospensione è stata accolta. Il capogruppo di Forza Italia non deve aver gradito, in quanto al termine della seduta è uscito sbattendo la porta.
Morale: la democrazia non è affare di questa amministrazione, il significato della parola non è noto. Anche se i temi proposti non piacciono o toccano nervi scoperti, sottrarsi al dibattito e al confronto è segno di debolezza.
Spiace che il Presidente del Consiglio, che dovrebbe tutelare il consiglio intero e quindi anche i consiglieri di minoranza, abbia deciso di votare avallando con il suo comportamento la pregiudiziale per evitare il dibattito in aula.
La Città al Governo