L’amministrazione Fontana ovvero il funzionamento della democrazia

Dopo l’odierna seduta del Consiglio Comunale, è obbligatorio dedicare il nostro articolo di commento al significato che la nostra amministrazione attribuisce al concetto di partecipazione democratica alla vita pubblica, in barba al regolamento comunale e in piena coerenza con la decisione del sindaco di non spendere nemmeno una parola di ricordo per la festa fondante dell’Italia repubblicana.

Per usare le parole del presidente della Repubblica, “il 25 aprile è patrimonio di tutta l’Italia, la ricorrenza in cui si celebrano valori condivisi dall’intero Paese”: caro sindaco, un pubblico amministratore che ha giurato sulla Costituzione, non può e non deve mai dimenticare che rivestire una carica pubblica comporta obblighi che devono essere onorati!

La democrazia del nostro consiglio, in breve, funziona così:

  1. I regolamenti, che dovrebbero essere discussi e valutati nelle apposite commissioni e che dovrebbero approdare in consiglio comunale con la collaborazione e i contributi di tutti, sono messi a disposizione dei consiglieri, già “preconfezionati”, con pochi giorni di anticipo.
  2. Formalmente, si chiedono commenti ed emendamenti, con l’unico intento di utilizzarli laddove le minoranze abbiano il buon gusto di limitarsi a correggere evidenti errori di formulazione che li renderebbero impresentabili e non votabili dalla maggioranza stessa. Alla minoranza si richiede di esercitare con diligenza il ruolo di correttore di bozze e di limitarsi a questo.
  3. Qualunque ampliamento o piccola deviazione rispetto al disegno della maggioranza, qualunque pensiero diverso, è rispedito con malagrazia al mittente.

E’ stato così per il regolamento delle associazioni, per il regolamento del centro anziani e per il regolamento del Canone Occupazione Spazi e Aree Pubbliche (COSAP) .

Le minoranze non si invitano all’incontro preparatorio tenutosi con le associazioni lo scorso 13 aprile: il consigliere Tocci ha spiegato che è stata una scelta precisa, fatta per evitare che la Politica rovinasse il clima, che doveva essere di serenità e di collaborazione. Pensate, neanche la maggioranza era stata invitata all’incontro, semplicemente è capitato che qualcuno, passando davanti alla sala consiliare, sede dell’incontro, si sia incuriosito e sia entrato: nulla di formale, nulla di politico, un incontro tra amici!

L’obiezione immediata è che l’incontro era un incontro politico, come è ovvio che sia quando un consigliere invita le associazioni a un incontro nell’aula consiliare; il problema non è la Politica, il problema è la minoranza, che non può e non deve essere coinvolta per non sciupare il disegno che l’amministrazione persegue: fare quello che vuole, quello che ritiene giusto, per qualunque motivo, senza nemmeno salvare le apparenze.

La Politica, ma solo quella della maggioranza, è perfettamente rappresentata nelle scelte di questa amministrazione e nei regolamenti che propone e che vota compatta, incurante delle manifestazioni di pensiero diverso che, almeno in consiglio comunale, dovrebbe essere consentito esprimere. Invece no, non si può.

Il Sindaco interviene continuamente nel dibattito al posto dei suoi consiglieri, con arroganza e con modalità non contemplate dal regolamento comunale; il consigliere Tocci, durante la discussione in aula a proposito del regolamento di polizia cimiteriale e prima delle dichiarazioni di voto, pronuncia le seguenti parole:”abbiamo recepito due emendamenti, non trattiamo niente, il testo rimane questo.”

L’argomento di per sé non si presterebbe a “battaglie politiche”: moriremo tutti, prima o poi, a prescindere dal colore politico. La Città al Governo aveva presentato un emendamento al regolamento, prendendo spunto da quanto in vigore a Roma, e chiedeva di capire per quale motivo alcuni aspetti della sua proposta fossero stati definiti dalla maggioranza “non applicabili”.

Forse il consigliere Tocci non sa che le sedute del consiglio comunale servono per ascoltare le parti senza pregiudizi precostituiti, con l’obiettivo di individuare le soluzioni migliori per la cittadinanza. Gli è chiaro che i consiglieri comunali di minoranza, eletti democraticamente, non sono lì per “trattare” o per accettare supinamente le proposte della maggioranza, ma per rappresentare i cittadini che li hanno votati, anche se sono portatori di un punto di vista diverso da quello dell’amministrazione? E’ noto al consigliere Tocci che rispondere “faccia ricorso al TAR” a qualcuno che difende il proprio diritto di parlare e spiegarsi è, oltre che maleducato, contrario al concetto stesso di democrazia e assolutamente fuori luogo in un aula consiliare?

Lo stesso consigliere, all’inizio della seduta, aveva presentato la proposta di introdurre il principio di fratellanza nell’art. 4 del regolamento comunale, richiamando “il principio della fraternità e della diversità come ricchezza” e facendo riferimento a principi di inclusione e di condivisione.

Tante belle parole sono state smentite, tre ore dopo, dai comportamenti e dai fatti: il consigliere Tocci si è tolto la maschera e tutti i presenti hanno potuto constatare quanto i principi di fraternità e di rispetto delle diversità gli stiano effettivamente a cuore.

Non è possibile fare finta di niente di fronte ad atteggiamenti così arroganti. Questo è il motivo per il quale Rita Consoli (La Città al Governo) ha abbandonato l’aula poco prima che il regolamento di polizia cimiteriale fosse messo ai voti: la casa comunale è la casa di tutti e il rispetto della minoranza è un principio inderogabile della vita democratica.

Invitiamo perciò tutti i cittadini a guardare le riprese audio/video della seduta odierna che saranno disponibili sul sito del Comune nei prossimi giorni e a formarsi la propria opinione in modo libero.

Può darsi che chi ha votato per questi signori nello scorso mese di maggio si stupisca del modo in cui si esprimono ed esercitano il ruolo pubblico e può darsi che ci pensi bene, prima di concedere loro nuovamente la fiducia.

Guardare con i propri occhi è sempre meglio che ascoltare le voci e consente di esercitare un giudizio consapevole: per favore, guardate le riprese!

 

Alla fine dell’articolo, entriamo solo per un attimo nel merito delle decisioni odierne con il nostro commento.

  • L’albo delle associazioni disegnato dall’amministrazione permetterà ad alcune associazioni di beneficiare di facilitazioni sulla base di criteri decisi arbitrariamente dall’amministrazione stessa: non farà chiarezza e non farà ordine, con buona pace della trasparenza e della democrazia.
  • Stesso identico canovaccio per il regolamento del centro anziani (23 emendamenti presentati da La Città al Governo al testo, pieno di errori, dei proponenti). Nell’intento di liberare il centro anziani dalla Politica, l’amministrazione propone un testo ispirato al Presidenzialismo che, nei fatti, limiterà la rappresentatività del comitato di gestione, abolendo le preferenze e introducendo liste bloccate, mantenendo la durata in carica degli organi di gestione a tre anni e distribuendo le cariche in modo sbilanciato a favore della maggioranza. I votanti non potranno scegliere i propri rappresentanti con un voto nominativo: il motivo è semplice, indicare i nomi renderebbe “complicato” gestire le procedure di voto. Almeno questo è quello che ci è stato spiegato. E’ confortante sapere che l’amministrazione voglia semplificare le cose complicate e che siano sempre motivi nobili ad ispirarla: suggeriamo che esiste un modo ancora più efficace di semplificare, risolvendo il problema alla radice. Si possono eliminare le elezioni e si può procedere per nomine: speriamo che i consiglieri di maggioranza ci riflettano, potrebbe essere un’idea per produrre regolamenti ancor più efficaci!

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