Ormai è chiaro, dagli alberi fino al nuovo piano regolatore, passando per la gestione dei rifiuti, il problema del Traiano e tutto il resto, compresi gli equilibrismi in maggioranza, la mossa principe ripetutamente giocata dall’attuale Amministrazione è l’arrocco (notoriamente mossa difensiva nel gioco degli scacchi).
Luciano Andreotti, che pure è una persona seria, onesta ed anche simpatica, ha deciso di voler a tutti i costi diventare Sindaco, utilizzando a tal fine una delle solite alleanze multicolori, sotto mentite spoglie “civiche”. Come ampiamente prevedibile, proprio a causa di questa scelta l’attività amministrativa risulta talmente sciatta, incerta e opaca da non poter essere degna di venire definita nemmeno come un’azione di governo anche riferita alle tante dichiarazioni di intenti.
Abbiamo già scritto dei continui rinvii e temporeggiamenti adottati dall’Amministrazione in vari importantissimi momenti; oggi, però, dobbiamo parlare di fatti, avvenuti nelle ultime settimane, emblematici dello “stile di gioco” e verso i quali esprimiamo senz’appello il nostro forte dissenso. Le regole per la convocazione del Consiglio Comunale, riguardo l’ultima riunione, sono state disattese. Il nuovo bando per la gestione dei rifiuti sorvola o affronta in modo troppo generico argomenti importanti ed utili per i cittadini. Per non parlare delle modifiche “interpretative” al PRG per l’immobile di via D’Annunzio e, ultimo tragico e preoccupante enigma, l’abbattimento degli alberi alla scuola Falcone.
Il consiglio comunale è stato convocato con una forzatura, rimarcata da tutte le minoranze (escluso il consigliere Paolucci) sostanzialmente per evitare la decadenza di una Consigliera, forse perché la sostituzione di questa pedina avrebbe potuto incrinare ulteriormente gli equilibri di maggioranza? Mossa di arrocco.
Il progetto per la gestione dei rifiuti presentato in Commissione è una sciatta scopiazzatura della mozione presentata in Consiglio da La Città al Governo, bocciata a maggioranza, svuotata ora tra l’altro dei punti più qualificanti e, soprattutto, prevede il rinvio della sperimentazione della tariffazione puntuale che, invece di essere fatta durante l’anno di proroga concesso alla Tekneko, viene rinviata al prossimo gestore. Mossa di arrocco.
La “piccola” vicenda dell’immobile di via D’Annunzio è una delle tante dovute all’atteggiamento attendista dell’amministrazione, che si muove soltanto quando non può farne a meno, spinta da richieste legittime o da obblighi dati da normative sovra–comunali; la, cosiddetta, azione amministrativa anche in questi casi si limita a singoli e sporadici provvedimenti, come la Delibera 43 e i vari permessi di costruire già rilasciati o al termine dell’iter amministrativo. Le dichiarazioni sul nuovo piano regolatore, viste le divisioni in maggioranza, non si sono mai tradotte in vere azioni, solo qualche provvedimento isolato e non integrato in un disegno complessivo. Ancora mosse di arrocco.
Infine gli alberi della Falcone. L’Amministrazione e gli uffici dispongono di una perizia di un agronomo, a cui si sarebbe dovuto dare seguito facendo un serio piano della manutenzione del verde, con potature e abbattimenti coerenti con le valutazioni tecniche fatte sulle singole piante (oltre alle ripiantumazioni di cui ancora non vediamo l’ombra), si interviene invece sulla base di un nuovo documento, redatto da altro tecnico (a spese della comunità), sovente in contraddizione con il precedente. Lo strano desiderio di abbattimenti (che non sono tabù, se necessari), forse sull’onda emotiva, ha potuto trovare soddisfazione abbattendo, anziché i cipressi del campetto sportivo già annunciati come instabili e che, a seguito della nostra segnalazione che li ha salvati, parrebbe non lo siano più, quelli sul cortile verso via Roma i quali, solo per darne notizia, non erano ritenuti da abbattere nella perizia tecnica agronomica. Ennesima, grottesca, mossa di arrocco.
In una partita di scacchi corretta si arrocca una volta sola ed è certo che giocando sempre in difesa la sconfitta è il risultato più probabile.
Di tutto questo chiederemo conto nei modi istituzionali e nella sede adeguata, in Consiglio Comunale.